Pubblicato Mercoledì 29 gennaio 2020
Disturbi alimentari: mali fisici, emotivi e sociali
I messaggi che arrivano dalla pubblicità e dal food-business spesso diffondono modelli di bellezza non sani
A Rimini sta terminando il corso di formazione sui DCA (all'ultimo weekend dell'8-9 febbraio ci si può ancora iscrivere) e sta nascendo un servizio sempre più articolato di risposta a questo genere di problema. Condividiamo questo erticolo che riporta una riflessione su come sia alta anche la responsabilità di chi veicola certi messaggi a fini di business.
“Ho sempre avuto fame di affetto, io. E mi sarebbe bastato riceverne a piene mani anche solo una volta. Abbastanza da dire: grazie, sono piena, più di così non ce la faccio. Sarebbe bastato una volta, una sola unica volta.” – Haruki Murakami (Norwegian Wood)
I DCA ( Disturbi del comportamento alimentare), sono malattie che coinvolgono la percezione del proprio corpo e il rapporto con il cibo. Anoressia e bulimia sono malattie articolate, generate spesso da condizioni di disagio psicologico, di conseguenza sono richiesti trattamenti sia per fronteggiare il problema alimentare sia la sua natura psichica. L’obiettivo è quello di sostenere la persona, attraverso l’uso di terapie integrate affinché possa modificare i comportamenti non sani e a ristabilire un equilibrato del comportamento alimentare.
Il problema è che oggi, non si parla altro che di “cibo”. Siamo continuamente investiti da pubblicità e messaggi multimediali dove vengono mostrati prototipi di bellezza standardizzati, aumentando sempre di più il target di giovani che tendono ad assoggettarsi a questi prototipi, a causa dell’utilizzo inappropriato e incontrollato delle nuove tecnologie e dei media.
Determinanti su questo tema i continui messaggi che arrivano dal mondo del food-business, che induce sempre di più ad abitudini alimentari non sane, in nome di un elevato tasso di consumismo; mentre da un lato c’è l’invogliare al cibo “spazzatura”, dall’altra parte ci sono messaggi che invitano a creare un’immagine di perfezione mediatica del corpo, con un ideale di bellezza estetica irreale, soprattutto per il genere femminile, dove la parola d’ordine è “ più sei magra, più sei bella.”
Oggi purtroppo, i casi di disturbi alimentari aumentano sempre più, a causa di una società patologica e narcisistica, che porta alla nascita anche di nuove patologie alimentari come l’ortoressia nervosa (l’ossessione patologica di mangiare solo cibi sani), la vigoressia che è una forma di dismorfofobia, caratterizzata da un’ossessione incessante per il tono muscolare, l'allenamento fisico e l’uso di diete ipocaloriche e iperproteiche.
La migliore prevenzione può partire da noi stessi e da chi ci circonda, soprattutto in famiglia.
Concludo citando un frase di Khalil Gibran:“La bellezza non è nel viso.
La bellezza è nella luce del cuore.”
Francesca Peppoloni