La disprassia è un disturbo dello sviluppo caratterizzato da un deficit della coordinazione motoria e dalla difficoltà ad automatizzare gesti semplici nelle attività quotidiane e scolastiche. Si tratta di una condizione neurologica che esordisce durante lo sviluppo e persiste in età adulta, che può influenzare l'equilibrio e l'abilità motoria generale (ossia quella che coinvolge il corpo nel suo complesso) o la motricità (riguardante singoli distretti motori, come le labbra, la bocca o le dita), ostacolando la corretta esecuzione di tutti quei movimenti che nel quotidiano ci permettono di mangiare, vestirci, scrivere, parlare, andare in macchina o in bicicletta, eccetera.
Quando eseguiamo un’azione, non compiamo solo un atto motorio (ovvero la somma di più gesti), bensì mettiamo all’opera numerose abilità e processi, come l’elaborazione sensoriale, le competenze motorie, le funzioni esecutive, la consapevolezza spazio-temporale e l’organizzazione del pensiero. I soggetti con disprassia hanno difficoltà a programmare ed eseguire atti motori in serie finalizzati ad un preciso scopo.
Si potrebbe dire che sanno cosa vogliono fare, ma non riescono a farlo.
Il Dott. Daniele Lodi ci spiega di più.
"Da 12 anni mi occupo delle connessioni tra motricità e apprendimento. Ho osservato e studiato 340 casi e 75 classi di scuola primaria e dell’infanzia e mi sono reso conto che a monte dei DSA esistono disordini del funzionamento neuro-motorio che possono essere attenuati con la motricità finalizzata che non è altro che una rivisitazione della psico- cinetica di Le Bolch e della Psico-motricità di Vayer, in chiave operativa e praticabile da qualsiasi docente di scienze motorie.
Dal momento che il pensiero operatorio viene preceduto dalle esperienze procedurali motorie è lecito pensare che il sistema di riconoscimento-catalogazione delle forme (lettere e numeri) richieda una corretta disposizione orientativa (Dx-Sx, Prima-Dopo…) e sequenziale che fungerà da mappa di accesso ad ogni singolo apprendimento che, alla fin fine, non è altro che il "muoversi" del pensiero all’interno di un archivio che deve essere consultabile in poche frazioni di secondo.
Il flusso del pensiero deve essere regolato dai seguenti riferimenti:
- LATERALIZZAZIONE (la cui incerta maturazione può compromettere gli orientamenti spazio-temporali e generare difficoltà nell’apprendimento sia della letto-scrittura, sia dei calcoli, in particolare quando si associa a problemi di motricità oculare)
- ORIENTAMENTO SPAZIALE (riconoscimento di forme, direzioni, prossimità e lontananza)
- ORIENTAMENTO TEMPORALE (per orientarsi sul prima-dopo, causa-effetto, velocità, durata, ordine e memoria delle procedure)
- COORDINAZIONE OCULO-MANUALE (per scrivere, disegnare, leggere fluidamente)
- COORDINAZIONE GENERALE (la cui scarsa disponibilità diminuisce l’efficacia nei propri interventi motori e grafici e in caso di gestione di compiti nei quali debbano agire simultaneamente pensiero e movimento, come quando si scrive sotto dettatura o si debba operare sulla linea dei numeri…)
- EQUILIBRIO (la cui mancanza compromette stabilità e sicurezza e può rivelare tratti di disprassia e una incompleta maturazione degli schemi motori)
- TONO (che in caso di IPO-tonicità e lentezza favorisce scarsa efficacia e povera immagine di sé, mentre in caso di IPER-tonicità può associarsi a deficit d’attenzione, instabilità motoria e caratteriale).
Già nel 2006 alla Consensus Conferens di Montecatini i più accreditati studiosi di DSA hanno decretato che esiste comorbidità Disprassia-Dislessia da cui risulta corretto attenuare la prima per contenere la seconda. Personalmente ho dimostrato nel 2013 che ciò può avvenire con adeguate stimolazioni ludiche e motorie su 12 alunni certificati che, in soli 5 mesi, sono migliorati nel 60 % delle aree linguistiche, matematiche e motorie."
Obiettivi
Aumentare nei ragazzi la padronanza delle 7 funzioni chiave.
Come avviene
Facendo vivere agli alunni esperienze ludico-motorie finalizzate essi aumenteranno la loro padronanza delle 7 funzioni chiave.
La percentuale degli allievi di scuola primaria che presenta almeno 3 importanti criticità supera il 25 % dei frequentanti.